Nei giorni scorsi migliaia di animali marini morti sono stati ritrovati sulle spiagge della Kamchatka, la penisola sul mare di Bering, nell’oceano Pacifico, all’estremo oriente della Russia. Secondo le prime analisi a causare la morte degli animali sarebbe stato l’inquinamento del mare, in cui sono stati trovati idrocarburi e fenolo, un derivato del benzene, ben oltre i limiti massimi consentiti. Per l’associazione ambientalista Greenpeace, che ha parlato di «un disastro ecologico», le cause dell’inquinamento sono al momento ignote, ma si ipotizza che possa aver avuto origine da una discarica.
Il 95 per cento degli animali è morto. Alcuni grandi pesci, gamberetti e granchi sono sopravvissuti, ma sono pochi.
Gli scienziati hanno inoltre detto che l’area contaminata sarebbe molto più grande di quella che hanno esaminato, e stanno valutando se l’inquinamento possa essere dovuto alla fuoriuscita di sostanze tossiche da una vicina discarica, ma non si hanno ancora prove certe. In un comunicato ufficiale il governo russo ha detto che è stato aperto un procedimento penale sulle cause dell’inquinamento e che proseguono le analisi sui campioni prelevati.
Fonte Il Post
Pubblicato il 09/10/2020 in Ambiente
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